La tastiera arranger negli anni

La tastiera arranger è una tipologia di strumento che, ingiustamente a mio avviso, non mette tutti d’accordo e non risulta essere unanimemente accettata e apprezzata nel mondo dei tastieristi. Essa viene vista da molti come strumento da piano bar e non adatta per la produzione musicale di livello o per contesti live professionali.

Raramente capita di vedere tastieristi professionisti che nel proprio set-up da palco sfoggiano un arranger. E questo non rende giustizia a questi strumenti che invece hanno delle carte davvero importanti a loro favore ed una qualità globale di tutto rispetto.

Ripercorriamo in maniera generica e per grandi linee la loro origine e il loro sviluppo ma solo toccando i modelli o le serie a me più familiari perchè avuti o suonati personalmente.

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Tastiera arranger – un po’ di storia

Le prime tastiere arranger nacquero nei primi anni 80, quando si intravidero i primi modelli di Yamaha, Casio, successivamente Solton, GEM, e il primo prototipo di tastiera compatta con stili d’accompagnamento, che fu proprio una Yamaha, la pss-1.

Pietra miliare fu però Solton con Arranger Plus ma, a mio parere il passo in avanti lo si ebbe con Roland, con la serie “E” che vide in Italia un centro di produzione importante  a livello mondiale che per lungo tempo fu aprifila del settore dettando legge su tutto il mercato.

tastiera arranger
uno dei primi modelli di casa Yamaha

Successi inconfutabili di questo mercato in espansione e particolarmente amato per tutti gli anni 80 e 90 furono strumenti come la Roland E70 prima (1991), la E86 dopo (1993), modelli che riportarono boom di vendite, tastiere ricche di suoni e di styles, questi ultimi espandibili con card (o con floppy nel caso della E86) e che permettevano di abbracciare quasi tutti i generi musicali.

Sia prima che dopo l’uscita di questi modelli gli altri marchi non stettero a guardare: Solton con MS5, Gem con WS1, WS2, WX2 fecero storia e fecero suonare e divertire migliaia e migliaia di tastieristi; poi giunse Korg, e lo fece in grande stile, con una serie di strumenti che si succedettero nell’arco di poco tempo, dalla qualità sonora eccelsa per il periodo (parliamo dei primi anni 90) e che rivoluzionarono la visione di cio che tali strumenti potevano rappresentare.

La i3 prima, la i4s e i5s dopo (che a differenza della i3 erano dotate di artoparlanti integrati) erano strumenti caratterizzati da una notevole qualità sonora e da funzionalità vaste, con sequencer, styles programmabili, con 2 intro e 2 ending e ben 4 variazioni. La proposta di questi strumenti veniva completata da suoni robusti e credibili, qualità costruttiva del cabinet e della tastiera di livello professionale.

Tastiera arranger – gli anni ’90

Gli anni 90 sono stati anni densi di novità sul mercato, le tastiere erano sempre più complete e prestanti, la tecnologia si affinava (display lcd sempre piu grandi, styles e suoni sempre più credibili e performanti). Dopo l’exploi di casa Korg, Roland sfornò la E36, tastiera molto valida e accattivante ma non eccessivamente onerosa per le tasche (circa 1,2 milioni delle vecchie lire) e poco dopo la G600 a 61 tasti, la G800 a 76 tasti per poi approdare nel ’98 alla G1000, 76 tasti, ottima tastiera con aftertouch, 128 styles di cui 16 acustici, oltre 1100 suoni e una polifinia di 64 voci.

Dopo G1000 casa Roland intraprende un periodo di crisi non riuscendo a riscuotere per i  numerosi modelli futuri il successo dei modelli precedenti. Generalmusic, Ketron, Yamaha andranno  per la maggiore negli anni a seguire.

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Gli anni 2000 e le nuove tecnologie

GEM  nel 2002 introduce sul mercato un prodotto innovativo e rivolto ad un mercato esigente: Generalmusic Genesys, strumento italiano, tecnologia mai vista prima in questo comparto di prodotti: trattamento di dati in formato audio, lettore MP3/WAV, registrazione audio sul disco fisso integrato, lettore/masterizzatore CD e DVD.

Sempre nello stesso anno Yamaha immette sul mercato Tyros1, che nell’arco di 15 anni si è sviluppata in 5 modelli fino a Tyros 5, serie che poi andò in pensione per lasciare posto alla Genos nel 2017.

Yamaha negli anni 2000 oltre alla serie Tyros sforna tantissimi modelli, piu economici, ma di grande pregio come la fortunatissima e variegata serie psr, sviluppatasi fino agli ultimi modelli di psr sx600, 700 e 900, mentre korg intraprende l’avventura delle pa di punta, pa1x, concorrente di tyros, serie giunta fino all’attuale pa5x.

l’attuale ammiraglia di casa Korg: la Pa 5x

Dagli anni 2000 in poi quali sono state le evoluzioni reali di questi strumenti?

La tastiera arranger oggi

Vi sono due aspetti paralleli da considerare: da un lato si sono avuti sicuramente sviluppi e perfezionamenti importanti da considerare; dall’altro pero i cambiamenti non sono stati cosi evidenti da rivoluzionare questa tipologia di tastiere.

Cioè oggi, nel 2023 l’idea di fondo di arranger, seppur con le innegabili evoluzioni, è sostanzialmente lo stesso rispetto a quello di 20, 25 anni fa.

Quali sono state queste innovazioni, oltre all’aumento della polifonia, alla memoria interna più capiente e ad un incremento notevole di suoni e styles di fabbrica? Ecco le principali:

  • Introduzione di piu fill e piu variation per ogni style
  • Utilizzo di display sempre piu grandi, a colori e infine touch,  
  • Possibilità di disinserire una parte dello style o di modificare i parametri degli styles stessi, come volumi delle singole parti o suoni utilizzati
  • Keyboard set, cioè sovrapposizioni impostate di fabbrica di due o tre suoni più un lower con la mano sinistra,  da poter richiamare all’istante selezionandolo come se fosse un unico suono
  • Armonizzatore vocale
  • La possibilità di inserire pad (o multipad)
  • Possibilità di caricare dati usando una semplice usb
  • Capacità di registrare all’istante tracce midi multitracce (o audio) sfruttando i sequencer in dotazione e il registratore audio interno
  • Audio Styles e freestyle
una moderna PSR-SX900 prodotta da Yamaha

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Possibili sviluppi

Queste solo alcune delle innumerevoli funzioni che negli anni si sono aggiunte e sempre più affinate, restando, come ho già detto, immutata – e forse obsoleta – l’idea di fondo di questi strumenti.

Probabilmente nel prossimo futuro non sarà più necessario spendere 4000 o 5000 euro per accedere alle potenzialità degli arranger di punta, ma forse sarà sufficiente dotarsi di una master keyboard, di un tablet e delle giuste applicazioni (perché no, anche a pagamento) tramite cui poter disporre di tutto il necessario in meno ingombri e minori costi complessivi.

Sei un principiante? Leggi questo articolo.