Come mixare la batteria

Benvenuto nel nostro articolo dedicato alla batteria! Se sei appassionato di musica e desideri ottenere un suono professionale nella tua registrazione o durante le esibizioni live, imparare a catturare il suono e mixare correttamente la batteria è essenziale. In questo articolo, vediamo i passi principali come la cattura del suono e il collegamento al mixer.

Lo scopo è quello di fornire alcune informazioni per chi non si sia mai cimentato in questi collegamenti, al fine di ottenere un risultato soddisfacente per gli utilizzi più comuni.

Iniziamo: quali strumenti sono necessari per amplificare una batteria acustica?

Cosa occorre per mixare la batteria

Per mixare una batteria occorrono:

  • strumenti per la cattura del suono come microfoni o trigger
  • strumenti per l’eventuale elaborazione dei segnali, come un controller per trigger o una scheda audio
  • mixer analogico o digitale
mixare la batteria

I passaggi per mixare la batteria

Il primo step consiste nella cattura del suono, Esistono sostanzialmente due vie per procedere:

  • collegare dei microfoni
  • collegare dei trigger

I microfoni andranno posizionati in modo coerente alle dimensioni dello strumento e al numero di pezzi. Per una batteria si usano solitamente dei microfoni dinamici per i tamburi e dei panoramici per catturare il suono dei patti e del kit nel suo complesso.

Esistono vari kit microfonici in commercio. Se vuoi vedere qualche opzione puoi leggere questo articolo.

La seconda opzione è posizionare dei trigger che invece di catturare suoni, come fanno i microfoni, catturano le vibrazioni degli strumenti, nel caso specifico le vibrazioni delle pelli. Esistono vari modelli di trigger in commercio, ma in ogni caso questi potranno essere collegati solo ai tamburi mentre per i piatti dovrai adottare direttamente dei pad, solitamente utilizzati nelle batterie elettroniche.

Se preferisci puoi adottare entrambe le tecniche: trigger sui tamburi e microfoni per i piatti, valutando anche l’utilizzo di piatti low volume.

Fatto ciò ti servirà una centralina per controllare i trigger.

Infatti mentre i microfoni possono essere direttamente collegati al mixer, i trigger necessitano di un controller in grado di catturare i segnali ed assegnare un suono a ciascuno.

Per saperne di più su questi argomenti puoi leggere anche l’articolo su come amplificare la batteria.

Il mixer

All’interno di questo strumento possiamo convogliare uno o più segnali audio.

Nel caso in cui usassimo un modulo sonoro come Yamaha EAD10 ad esempio, avremmo solo un segnale stereo in ingresso sul nostro mixer. Tralasciando le regolazioni a monte sul modulo EAD10, ci troveremmo un segnale L+R da dover gestire sul mixer (oppure un segnale mono). In questo caso tutto ciò che dovremo andare a fare è regolare i 2 segnali allo stesso modo. Il segnale in ingresso infatti è in questo caso già bilanciato e non potremo in alcun modo regolare il mix dei vari componenti.

mixare la batteria

Uno dei limiti di questo tipo di sistema è che non potrai ad esempio regolare il volume del rullante o dei piatti dal mixer, ma dovrai accontentarti del segnale in ingresso così com’è.

Se invece utilizzi un modulo ad uscite separate come il Roland PM-6 o un kit di microfoni allora ti troverai diversi segnali in ingresso sul tuo mixer. In tale circostanza potrai creare tu il tuo mix ideale andando ad agire sui gain, sui fader e sull’equalizzazione. Potrai enfatizzare frequenze alte, medie e basse e gestire eventuali mandate ausiliarie, come ad esempio una mandata a parte su un subwoofer (a patto che il tuo mixer possieda queste caratteristiche).

Il consiglio per una buona equalizzazione è quello di regolare i livelli per decremento. Un’abitudine molto diffusa è quella di incrementare i livelli high, mid e low per livelli superiori allo 0. Se non sei soddisfatto dell’equalizzazione agisci sui potenziometri delle frequenze che ti sembrano più presenti nel mix, ad esempio le alte, ruotando la manopola in senso antiorario (quindi in diminuzione), mettendo così più in risalto i bassi, senza bisogno di incrementarli.

Stai anche attento al led dei picchi, solitamente rossi, e regola i gain in modo tale che non si accenda. Verifica anche sul level meter che i led non vadano in zona rossa. Su quasi tutti i mixer è presente il controllo PFL, che consente di vedere il livello del segnale in ingresso sui canali, in modo da dosare il gain ed evitare distorsioni.

A questo punto avrai il tuo mix da mandare in cuffia, all’amplificatore o ai diffusori.

Se ti occorre un mixer di qualità scegli il Behringer XENYX 1204USB

Conclusioni

Il mixaggio della batteria è un’arte che richiede pratica e conoscenza. Seguendo i nostri consigli e sfruttando le giuste tecniche di equalizzazione, potrai ottenere un suono bilanciato e professionale. Ricorda che ogni batterista ha il proprio stile e suono distintivo, quindi sperimenta e trova la combinazione che meglio si adatta alle tue esigenze. Che tu sia un batterista in erba o un professionista esperto, imparare a mixare la batteria è un traguardo fondamentale per ottenere il miglior suono possibile.

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